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LE CARATTERISTICHE
E’ una tipologia compositiva tradizionale che costituisce la base concettuale di partenza per lo sviluppo e l’apprendimento di tutte le altre tipologie ed appartiene ad uno dei quattro stili compositivi fondamentali applicati nella Scuola Italiana: quello definito appunto “formale”. E’ così chiamata perché la collocazione dei vegetali deve realizzare una forma geometrica solida regolare in cui si inscrive perfettamente l’intera composizione. Normalmente siamo abituati a vederla realizzata in forma emisferica, ma nulla vieta che essa possa svilupparsi in altre forme: ellissoidale, ovoidale, conica, cubica, ecc.
La disposizione dei fiori è simmetrica, osserva un unico punto vegetativo centrale e si sviluppa a tutto tondo (360°).
Riguardo all’aspetto finale vi sono diverse soluzioni possibili secondo i tipi di fiori usati:
Anche nell’esecuzione si possono ottenere due effetti diversi:
In ogni caso l’effetto che si vuole ottenere è quello di un’eleganza armoniosa, composta, ricercata e la caratteristica è la ricchezza e abbondanza di fiori, che rende anche ragione del suo costo relativamente maggiore rispetto ad altri tipi di composizioni.
Per la sua forma “scontata” e immediatamente percepibile con un colpo d’occhio, la sensazione che ispira è di sicurezza, tranquillità, razionalità.
Il suo carattere classico e convenzionale la rende adatta ad arredare qualsiasi tipo di ambiente e ad essere impiegata in qualunque situazione e allestimento floreale.
La difficoltà consiste nel mantenere esattamente la forma e osservare rigorosamente il punto vegetativo centrale verso il quale devono essere orientati tutti i gambi dei vegetali.
I vegetali più adatti sono quelli a gambo rigido e con forma: a spiga, semisferica, sferica, rotonda. Si possono impiegare naturalmente anche altri tipi idonei ad essere contenuti in una forma geometrica, ma occorre sempre tenere ben presente che gli unici vegetali visibili alla fine saranno quelli affacciati alla superficie esterna della figura geometrica realizzata.
Riguardo alle dimensioni, esse vanno stabilite ovviamente in rapporto alla destinazione finale del lavoro e così anche la scelta dei tipi di fiori: ricordiamo però che realizzazioni di notevole dimensione sono più adatte ad allestimenti in grandi spazi quali addobbi di chiese, stand fieristici, ecc. mentre i lavori più commerciali, di facile vendita ed esposizione in negozio sono quelli di dimensioni contenute.
Il contenitore. La scelta del contenitore, come in tutti i tipi di design, è fondamentale per un perfetto risultato estetico del lavoro e va fatta in base alla destinazione e all’utilizzo finale della composizione. Può essere una tamburella o meglio ancora un sottovaso circolare, che avendo bordi bassi favorisce il mascheramento realizzato con le foglie di base, se dobbiamo costruire un centrotavola formale dove la base non deve essere visibile. Ma se il contenitore risulterà visibile, allora è necessario che sia esteticamente gradevole e in sintonia con la composizione, sia per stile sia per colore, e in carattere con l’ambiente dove essa va collocata: ad esempio un’alzatina, che ben si intona alla classicità di questo design se la collocazione sarà in un ambiente tradizionale o in stile antico.
L’ESECUZIONE 1) Scegliamo preventivamente tutti i tipi di fiori e di verdi di riempimento che intendiamo usare per avere una chiara idea dell’effetto finale. La spugna deve sporgere qualche centimetro dal contenitore, per consentire l’inserimento dei vegetali in orizzontale e anche inclinati leggermente in basso, a copertura del bordo del contenitore. Infatti la prima operazione da eseguire è la copertura di base mediante la collocazione delle foglie che servirà anche a stabilire la misura massima della base del lavoro. Con foglie piuttosto coprenti, quali la Magnolia, la Gaultheria (Salal), o la Felce cuoio, e comunque in sintonia con il carattere della composizione, realizziamo questa copertura della base girando tutt’intorno al perimetro del contenitore e dando alla base la forma voluta: nel nostro caso quella circolare. Le prime volte, per evitare errori di forma, possiamo inserire la prime quattro foglie a croce collocandole in opposizione a due a due e poi riempire gli spazi vuoti.
Inseriamo le foglie nella spugna appoggiandole al bordo del contenitore ma leggermente inclinate in basso, sia per meglio coprire il bordo stesso sia per conferire una maggiore apparenza di morbidezza che verrà così restituita al lavoro ultimato. E’ preferibile che le foglie siano tutte della stessa qualità, mentre minime variazioni nella dimensione e nell’inclinazione di esse creeranno movimento e interesse rompendo la monotonia ripetitiva di questa specie di sottomazzo. Ricordiamo che i gambi di tutti i vegetali, foglie e fiori, vanno sempre inseriti qualche centimetro nella spugna, per evitare che possano fuoriuscire spostando la composizione.
2) Terminato il giro delle foglie di base, inseriamo il primo fiore (fiore dell’altezza) perfettamente in verticale al centro del contenitore per determinare l’altezza massima. Volendo realizzare una formale emisferica, se a questo primo fiore diamo la lunghezza del raggio di base otterremo una perfetta mezza sfera, se invece esso sarà più corto otterremo un’emisfera ribassata, secondo la tendenza attualmente di moda. Si inseriranno poi quattro fiori in posizione orizzontale e fra loro opposti a formare una croce, sfiorando le foglie di base, per determinare la sporgenza massima dal contenitore e la perfetta forma circolare della base.
3) Intorno al primo fiore centrale dell’altezza inseriamo quindi dei verdi opportunamente scelti secondo l’effetto da ottenere ma comunque leggermente più bassi in modo da realizzare un mascheramento della spugna che non potrà così essere vista in trasparenza: ad esempio del Ruscus alternato magari a Gipsophila o Bouvardia oppure a infiorescenze leggere come il Viburno o la Spirea. Poi andremo a inserire altri fiori sempre girando intorno a questo primo nucleo centrale e stando attenti a distribuirli in modo non rigorosamente simmetrico per evitare di creare linee o disegni geometrici che sarebbero innaturali e artificiosi togliendo spontaneità alla composizione. Una cura particolare sarà quella di rimanere all’interno della forma emisferica, anche se leggeri movimenti verso l’alto e verso il basso nel posizionare i fiori e il verde serviranno a dare dinamica all’insieme. Fare attenzione anche alla distribuzione dei colori evitando di ammassare in una sola zona del colore lasciandone invece vuote delle altre: i colori vanno distribuiti in modo omogeneo su tutta la superficie della composizione. Per far “respirare” i fiori, ricordarsi di porre sempre del verde lievemente più basso fra uno e l’altro, altrimenti si avrà una sensazione di soffocamento rischiando oltretutto che i fiori si coprano reciprocamente a danno della loro bellezza.
4) Completato il primo giro di fiori misti a verde, abbiamo realizzato un nucleo centrale già consistente. Ora bisognerà continuare il lavoro con lo stesso criterio sviluppando i successivi giri digradanti di fiori e di verde sempre nel rigoroso rispetto della forma fino a toccare le foglie di base raccordandoci morbidamente con esse. Ricordiamo che non lasciando spazi tra i fiori avremo una forma molto compatta, distanziando invece leggermente i fiori l’uno dall’altro avremo una forma più leggera con una maggiore valorizzazione delle singole corolle. Gli spazi tra i fiori non devono però essere troppo accentuati perché altrimenti anziché una formale pura avremmo realizzato una formale-decorativa. Nella formale pura l’occhio non deve essere attratto dai singoli fiori ma dall’effetto d’insieme dove nessun fiore primeggia sugli altri.