Arte Floreale - Copyright 2019-2020 All right reserved - PI: 11422390150
Anzitutto, occorre tagliare la porzione di spugna che ci serve prima di bagnare la spugna stessa: una volta bagnata, infatti, la spugna non deve mai essere lasciata asciugare, altrimenti diventerà inutilizzabile.
Bagneremo quindi solo il pezzo di spugna necessario a realizzare il nostro lavoro.
La corretta procedura di assorbimento è di permettere alla spugna di galleggiare liberamente sulla superficie dell’acqua in posizione orizzontale.
L’aria uscirà dalla parte alta man mano che la spugna assorbe acqua dal fondo. Spingendo forzatamente la spugna sott’acqua o mettendola sotto il rubinetto aperto si avrà invece scarsissimo assorbimento. Infatti poiché l’acqua saturerà subito le pareti esterne, non ci sarà nessuna possibilità per l’aria di uscire e perciò rimarrà una zona asciutta nella parte centrale interna dove si sarà formata una bolla d’aria. Questo sarà disastroso per qualsiasi gambo di fiore inserito nella zona asciutta.
Quando avremo fissato la spugna nel contenitore, occorre lasciare sempre un spazio lungo il bordo per consentire l’aggiunta di acqua. Infatti ci deve essere sempre dell’acqua nel fondo del contenitore per approvvigionare la spugna, la quale non deve mai asciugarsi completamente.
Prima di iniziare a comporre, bisogna sempre eliminare dalla spugna gli spigoli vivi sagomandola opportunamente: tagliamo quindi gli angoli a 45° e poi smussiamo anche i lati, sempre con una inclinazione a 45°. in tal modo otterremo una forma più arrotondata che ci permetterà di inserire gli steli garantendo loro una maggiore stabilità e un miglior assorbimento dell’acqua.
Prima di essere inseriti nella spugna, tutti i gambi hanno bisogno di un taglio (generalmente obliquo) all’estremità. Questo assicura un più facile e corretto inserimento del gambo. Una estremità del gambo sfilacciata o piatta provocherebbe infatti uno schiacciamento della spugna sotto di esso o un foro irregolare, creando un canale più largo del gambo stesso che renderà instabile il posizionamento del fiore e l’ingresso di aria che potrebbe ridurre l’assorbimento nello stelo.
La profondità di inserimento varierà secondo il peso da sostenere e dovrà essere maggiore per fiori dal gambo lungo e grosso e dalla testa pesante ma assai ridotto per fiori esili e leggeri: tanto quanto basta insomma per farli bere e sostenersi, ma non più di quanto serve. Bisogna infatti tenere presente che una modesta quantità di spugna deve servire normalmente a contenere una notevole quantità di gambi. Se un gambo è stato inserito troppo profondamente nella spugna, non si può semplicemente tirarlo indietro. Ritirando il gambo verso l’alto sotto di esso rimarrebbe un vuoto con una bolla d’aria che impedirebbe l’assorbimento dell’acqua e perciò la prematura morte del fiore. Quindi se abbiamo commesso un errore inserendo troppo profondamente lo stelo, dobbiamo sfilare completamente il gambo e reinserirlo in uno spazio di spugna integro. Perciò non si possono fare troppi errori di inserimento riducendo la spugna ad un gruviera, altrimenti questa perderà la sua integrità e la capacità di sostenere i gambi ed offrire una sufficiente riserva d’acqua.
Mentre per l’uso commerciale si intende che le spugne possano essere usate una sola volta, per l’uso domestico esse possono offrire un triplice utilizzo. Purché la spugna non si sia completamente asciugata, essa può essere capovolta e utilizzata una seconda volta, ovviamente accertandosi che i gambi “nuovi” non finiscano nei “vecchi” buchi. Dopo questo riutilizzo, la spugna può essere tagliata oppure può essere sbriciolata e compressa per essere usata come riempitivo per fissare la spugna nuova in un contenitore o per rialzare, se necessario, la spugna nuova in un contenitore alto. L’importante è non lasciare asciugare la spugna tra i diversi utilizzi poiché non si potrebbe più farle riassorbire l’acqua: quindi è opportuno tenerla ermeticamente chiusa in un contenitore di plastica fino al suo prossimo uso.