Arte Floreale - Copyright 2019-2020 All right reserved - PI: 11422390150
Ogni vegetale provoca in ciascuno di noi emozioni e sensazioni diverse, sollecitando la nostra sensibilità estetica: ecco quindi che, accanto a una classificazione di tipo scientifico e botanico, esiste una classificazione dei vegetali di tipo psicologico.
Vegetali primari Sono così chiamati quei vegetali la cui forma spicca fra le altre per pregio ed eleganza (es. Rosa, Paeonia, Celosia), per slancio verticale (Delphinium, Tipha, Gladiolus) o per il loro particolare carattere (es. Banksia coccinea, Protea, Iris barbata, Strelitzia reginae). Questi vegetali “nobili” avranno solitamente nella composizione una collocazione eminente, primeggiando ben in vista sugli altri. Vegetali secondari Sono quei vegetali che, a causa del colore, della forma o del carattere non sono in grado di essere protagonisti. Solitamente di forma rotonda, sferica o semisferica, necessitano, per esprimersi, di aggregarsi in gruppo. Si vedano come esempi il Chrysanthemum morifolium, il Tulipa (Tulipano), il Ranunculus (Ranuncolo). Vegetali terziari E’ la categoria più vasta e include tutti quei vegetali (fiori, infiorescenze, foglie) che, pur avendo un ruolo subordinato, sono indispensabili per formare il tessuto compositivo e per colmare gli spazi esistenti fra gli altri vegetali impiegati nella composizione (es. Gypsophila paniculata, Solidaster luteus, Lepidium, muschi e licheni). In gergo questo materiale viene chiamato “il verde”, indipendentemente dal suo colore.
CONSIDERAZIONI SULL’UTILIZZO
Oltre alle dimensioni e morfologia del vegetale in natura, che già di per sé ne determinerebbero l’appartenenza ad una delle suddette categorie (es. Strelitzia reginae), in ultima analisi è l’utilizzo che ne facciamo a determinare il suo “ruolo” nella composizione.
Chi realizza la composizione ne è anche il “regista” e come tale può attribuire alle componenti il ruolo desiderato, proprio come in un film: esaltare una componente ma anche “declassare” un materiale primario a livello secondario.
Volendo usare il film come metafora, avremo sempre un solo ed unico protagonista al quale va tutta l’attenzione e la simpatia degli spettatori. Ovviamente, come in un film, avremo anche dei personaggi “secondari”, indispensabili a costruirne la “trama”. Infine, ancora come in un film, avremo le “comparse”, cioè una gran parte di personaggi “terziari” che, passando quasi inosservati, sono tuttavia indispensabili alla realizzazione dell’opera.
La discriminante fra i tre livelli gerarchici comporta ovviamente che siano presenti contemporaneamente tutti e tre i tipi di componenti, poiché l’attribuzione dei ruoli necessita un termine di paragone: quindi ogni materiale vegetale usato apparterrà in composizione ad una gerarchia precisa solo se vi saranno gli altri con cui confrontarlo. In ogni caso, volendo utilizzare nella stessa composizione due vegetali primari, solo uno dei due potrà esserne il protagonista: questo per non generare confusione di ruoli e, nel nostro caso, disorientamento ottico da parte dell’osservatore. L’altro vegetale dovrà assumere un ruolo “secondario” e ad ottenere tale risultato sarà l’abilità del floral designer nella scelta della tipologia compositiva adatta. L’esempio della foto mostra come gli Anthurium, che sono per natura fiori primari data la loro forma particolare e grandezza, siano stati declassati a ruolo secondario rispetto alle Strelitzie semplicemente collocandoli alla base della composizione, mentre le Strelitzie sono state collocate solo nella parte alta.
Con questo intendiamo dire che, usando solo un materiale secondario in una determinata composizione, esso ne diventerà il primario, non avendo altri materiali di confronto nella stessa composizione: ad esempio un centrotavola fatto solo di Tulipani.